L’arte e la guerra
Intervista a Dario Brevi, artista brianzolo classe 1955, tra i primi firmatari del manifesto dei Nuovi Futuristi tenuti a battesimo dal critico Renato Barilli nei primi anni Ottanta.
Ciao Dario, so che il tema della guerra e della violenza in senso lato hanno avuto un posto importante nelle tue opere degli ultimi anni
Tutto quello che accade nella storia degli uomini e delle donne non può lasciare indifferenti gli artisti che più di altri dovrebbero avere una sensibilità maggiore.
Per me quindi è inevitabile occuparmi di queste tematiche, prima di tutto come persona, da qui il mio impegno nel sociale e nel volontariato, e successivamente come artista realizzando opere che sviluppino una riflessione su questi temi, non in modo rappresentativo ma poetico.
Come credi che l’arte possa scuotere l’opinione pubblica su questa tema oggi così terribilmente vicino a tutti?
Indubbiamente le coscienze credo che siano molto più coinvolte, nel contingente, dalla fotografia e dai video che presentano la realtà degli avvenimenti in tempo reale.
L’arte però ha il compito di dare una visione più profonda e poetica che supera l’attimo per sublimarsi nel tempo; continuando nell’opera di sensibilizzazione attraverso la bellezza ed una lettura più riflessiva, può contribuire ad accrescere empatia con tutti gli esseri viventi e quindi con il pianeta.
Pensi che la nostra società possa davvero recuperare tutti i valori sociali e morali che sembrano così irrimediabilmente persi?
Si è tentati da sempre di vedere solo gli aspetti negativi dell’essere umano che invece, credo, sia un vero capolavoro della creazione. L’animo umano è capace di slanci di solidarietà incredibili, pensiamo a quello che succede nei momenti terribili legati a guerre o eventi naturali catastrofici. A volte sembra che la parte oscura abbia il sopravvento ma molti di più sono i gesti d’amore e di solidarietà.
Dobbiamo solamente dare più spazio a questi atteggiamenti, alla fase creativa e spirituale. L’arte visiva, la letteratura, le arti in genere, la ricerca scientifica e tecnologica, lo sviluppo del pensiero filosofico e spirituale, sono le diverse dimensioni presenti nel genere umano e anche se non è semplice dobbiamo solo evidenziare di più questi aspetti positivi e di crescita sociale e morale.
Cosa ne pensi delle tematiche ambientali e in particolare sul progetto Bee-It per salvaguardare le api?
Anche questo progetto fa parte di ciò che dicevo prima, è una ulteriore dimostrazione di come alcune persone si occupino della salvezza e della salvaguardia del pianeta. Sappiamo tutti che le api sono una componente decisiva e necessaria per la vita del pianeta. Dobbiamo diventare tutti più empatici e l’arte può servire a questo.
Concludo girandoti una domanda che spesso mi viene posta nelle fiere o in galleria, trovandomi, mio malgrado, a dover spiegare il “mestiere dell’artista” e il lavoro di ricerca che si cela dietro un’opera o la realizzazione di una mostra. Tu come risponderesti?
Per quanto riguarda il mio lavoro è suddiviso in vari momenti, l’ideazione e i primi bozzetti, messa a fuoco con disegni definitivi e in scala, realizzazione con mdf (Medium-density fibreboard, un legno industriale utilizzato dall’industria del mobile) ed infine la scelta del colore che non è mai progettata prima. Come si può intuire i vari momenti vanno dalla libertà della scelta della narrazione a quelli più rigidi della realizzazione. In pratica tutto il mio lavoro è giocato sull’uso del doppio: pieni e vuoti, figurazione e astrazione, materiali che visivamente sembrano altri e dalla doppia lettura legno naturale e artificiale; questo perché risponde alla mia esigenza di far comprendere che il mondo è fatto di diversità che però tendono all’armonia. Tutto è fatto di doppio, giorno notte, dolore gioia, vita morte, ma tutto si ritrova in un’unica realtà. Nei miei lavori cerco anche di far passare messaggi positivi e vitali attraverso l’uso di colori brillanti e forme armoniose.
Dario Brevi: Prima mostra in una collettiva come studente al liceo Brera all’Antica Chiesa di San Giorgio di Limbiate nel 1972.
Ha insegnato per 43 anni Progettazione architettonica, Disegno geometrico e prospettiva
Ama i boschi, camminare tra gli alberi e le api.
Intervista realizzata ed articolo scritto da Vittorio Zanini, gallerista di terza generazione, direttore della Galleria Centro Steccata di Parma fondata nel 1960
https://centrosteccata.com/
https://www.instagram.com/galleriacentrosteccata/
per
Paola Di Feo
Founder Bee It
love@beeit.it
339.1393300